Dott.ssa Paola Lovrovich (Etologa)
Comunemente si tende a considerare il branco dei cavalli come un harem, comprendente uno stallone dominante su tutti, le sue femmine, i puledri e i giovani. Ma il modello dell’harem fallisce nel momento in cui andiamo a considerare il ruolo delle femmine e la reale collocazione sociale dello stallone. In un branco, il cavallo guida mostra la strada per le risorse, come acqua, terreno con sali e siti per rotolarsi. La guida è anche quella che dirige le attività di mantenimento come mangiare, dormire o muoversi. Questo individuo è una femmina anziana con molta esperienza, in genere identificata come individuo alfa. L’importanza delle cavalle per la stabilità del gruppo è comprovata dalla rarità con cui esse cambiano branco. Le femmine rimangono spesso nel gruppo di origine (25%), se lo abbandonano per dispersione giovanile, una volta scelto il nuovo branco vi rimangono a vita .
In realtà l’individuo che funge da leader può cambiare a seconda del contesto e del momento particolare. Se la femmina dirige le attività di mantenimento, lo stallone comanda su tutto il gruppo quando bisogna affrontare una minaccia. Invece è importante notare come lo stallone non ricopra mai le funzioni dell’individuo alfa in un branco famigliare. Quindi il gruppo segue il cavallo che nel contesto specifico è il più adatto a fare da leader ( Keiper & Receveur,1992 ).
Si definisce un branco famigliare come un’associazione stabile di femmine e la loro prole, con la presenza di uno o più stalloni che difendono il gruppo e le proprie opportunità di accoppiamento minacciate da altri maschi. ( Linklater, 2000 ).
La popolazione del ranch di Kaimanawa in New Zealand, è un esempio della tipica struttura sociale dei cavalli allo stato brado con un adeguato rapporto dei sessi. Sono presenti i gruppi satelliti di scapoli. I gruppi famigliari sono composti da individui stabili con normali cicli di riproduzione annuali. Possono comprendere da una a undici femmine; da uno a quattro stalloni e diversi giovani non ancora dispersi ( Cameron et al., 1999a).
Branchi famigliari con più di uno stallone sono tutt’altro che rari. In questo caso tra i maschi si stabilisce una gerarchia che determina i ruoli degli individui nel branco. Lo stallone dominante si assicura un tasso di copulazione nettamente maggiore rispetto ai subalterni. Il vantaggio per lo stallone dominante è che può dividere con altri il compito di conservare la coesione del branco. I subalterni tendono a stare più vicini alle femmine con un basso rango e occasionalmente si accoppiano furtivamente con queste. Per questi maschi il vantaggio è probabilmente quello di non dover essere impegnati nella difesa di un branco come il leader, ma di mantenere un tasso di copulazione (sebbene basso) comunque superiore rispetto agli scapoli ( Feh, 1993 ). Le femmine sono più propense ad abbandonare un branco con un unico stallone che non uno con più di uno stallone. Di conseguenza gruppi con più di un maschio adulto sono più stabili
Alcuni ricercatori propongono una diversa spiegazione per la presenza di uno o più stalloni subordinati. Secondo questi non ci sarebbero dei reali vantaggi per lo stallone dominante, ma “il subordinato” rappresenterebbe una strategia evolutasi come parassitismo riproduttivo. La questione non è ancora chiarita.( Cameron & Linklater, 2000b ).
I cambiamenti nella distribuzione degli adulti tra i branchi famigliari sono rari, mediamente meno di un adulto all’anno cambia collocazione. Tuttavia quando le risorse diventano insufficienti per il gruppo, questo può dividersi in nuovi nuclei famigliari. Come gli individui si distribuiscono nei nuovi gruppi è conseguenza dei legami sociali preesistenti ( McGreevy, 2004).
1.Il ruolo degli stalloni per la coesione dei branchi famigliari
Lo stallone che possiede un proprio harem ha il compito di mantenere l’integrità del gruppo, monitorare il territorio, proteggere il branco dai predatori, difendere le femmina dagli stalloni che tentano di sottrarne alcune o provano ad accoppiarsi furtivamente con esse. Il successo riproduttivo dello stallone leader è limitato molto dalla sua capacità di impedire gli accoppiamenti furtivi ( Kaseda & Khalil, 1996).
La stabilità di un harem non è intaccata né dalle sue dimensioni né dall’età dello stallone dominante, ma è invece minacciata dalla possibilità che uno stallone subordinato tenti di usurpare il ruolo di leader ( Stevens, 1990 ).
In genere quando il branco si muove nell’home range, lo stallone controlla il gruppo orbitando attorno ad esso con un raggio di 10-15m. ( Keiper & Receveur, 1992 ). Per questa ragione gli stalloni dei gruppi famigliari sono meno propensi rispetto alle femmine e ai giovani a formare legami stabili con gli altri individui. Tuttavia tendono ad instaurare rapporti non molto stretti con tutte le femmine e paternalistici con la propria progenie.
Gli stalloni che conquistano la leadership in un gruppo famigliare, possono mostrare il comportamento di infanticidio sui puledri del maschio precedente ( Cameron et al., 2003). Questo comportamento, pur essendo atipico tra gli ungulati, viene riscontrato anche tra le zebre, Equus burchielli ( Pluhacek & Bartos, 2000).
Gli stalloni, essendo meno paurosi delle femmine e delle puledre, tendono a prendere l’iniziativa quando il gruppo incontra una minaccia. Produce due risposte diverse a seconda che la minaccia sia un predatore o un altro maschio.
Se tale minaccia è un predatore, il leader si pone tra essa ed il gruppo sia per valutarne la pericolosità sia per impedire la frammentazione del gruppo dovuta ad uno stimolo di paura. Quindi allontana il gruppo guidandolo da dietro con l’atteggiamento detto “snaking” (da serpente).
Se invece il pericolo è costituito da un altro stallone che si avvicina al gruppo, la risposta del leader è quella di minacciare e poi cacciare l’intruso. L’esito dello scontro è funzione sia delle condizioni fisiche dei due maschi che di quelle psichiche. L’usurpatore probabilmente possiede meno motivazioni del residente per impegnarsi nella disputa. Il comportamento agonistico subisce le regole della “teoria dei giochi”. Ogni volta che due cavalli si contendono una risorsa, entrambi devono valutare il valore della stessa, il costo di difenderla e di poterla conservare. La motivazione per uno stallone leader, che ha investito molto nella difesa del proprio harem, sarà sicuramente più forte di quella che possiede un giovane maschio che lo sfida. Questo spiega perché la sostituzione di uno stallone in un branco famigliare è un fenomeno raro ( McGreevy, 2004 ).
Un altro compito dello stallone è quello di proteggere la prole. Se un puledro si allontana, lo stallone lo riconduce al gruppo per impedire che venga catturato. E’ stato dimostrato, sui cavalli della Camargue, l’importanza del compito difensivo dello stallone. I puledri nati in branchi con due stalloni hanno il 20% di possibilità in più di sopravvivere rispetto ai branchi con un unico stallone ( Feh, 1993 ). Inoltre tenere lontani gli altri individui dalla coppia madre-figlio, favorendo il consolidamento di questi legami, aiuta lo stallone ad aumentare la coesione all’interno del gruppo.
I membri del branco usufruiscono dei benefici derivanti dalla protezione di uno stallone a discapito della loro libertà di movimento.
2. Il ruolo delle femmine nella coesione dei branchi famigliari
La possibilità di inbreeding tra gli stalloni e le loro figlie è ridotta dall’esperienza di convivenza avuta prima della maturità della puledra. Questo evitamento promuove la migrazione delle puledre dal loro gruppo di origine ( Monard & Duncan, 1996 ) Mentre il 75% delle puledre si sposta dai gruppi natali, quelle poche che rimangono diventano i membri più stabili del gruppo famigliare, spesso ottenendo il ruolo di leadership nella guida delle attività giornaliere. In realtà sebbene le femmine siano il cuore del branco , possono disperdersi quando le risorse scarseggiano. Il 30% delle femmine adulte abbandonato il branco in inverno ( Stevens, 1990 ).
I legami stabili tra femmine sono importanti per la coesione del gruppo e permangono anche se viene tolto lo stallone ( Crowell-Davis, 1993). Queste alleanze a coppie di cavalle sono così forti che esistono racconti aneddotici di cavalle che per raggiungere la femmina “amica” hanno abbandonato il puledro. Questi legami possono avere origine nelle associazioni che si formano tra puledre. Infatti le puledre tendono a passare più tempo con altre puledre piuttosto che con puledri maschi ( Crowell-Davis, 1993).
Ma i legami più importanti per le femmine, anche se di durata relativa, sono quelli che si formano tra madre e puledro ( Houpt, 2002 ). Rimangono quelli che influiscono maggiormente sul comportamento delle cavalle. Non sembrano esserci grosse differenze nel comportamento materno in relazione al sesso del puledro. Si sa solamente che i maschi richiedono alla madre un investimento parentale più costoso rispetto alle sorelle in caso di buone condizioni ambientali, mentre le figlie sono più costose dei maschi in condizioni ambientali sfavorevoli ( Cameron & Linklater, 2000).
Il rango di una cavalla determina anche il ruolo che possiede nella conservazione della coesione del gruppo. Per esempio, come riflesso dell’investimento che hanno fatto sul gruppo, le femmine dominanti sono più propense a difendere l’area attorno al branco. Sebbene il comportamento territoriale sia un aspetto irregolare dell’etogramma equino, alcune popolazioni allo stato brado, come quelle nelle Shackleford Banks sulle coste orientali degli Stati Uniti , mostrano la difesa del territorio piuttosto che la semplice conservazione della coesione del gruppo. In queste stesse popolazioni le femmine di alto rango sono spesso coinvolte in comportamenti di mutual grooming con lo stallone dominante e pattugliano il gruppo assieme ad esso. Inoltre le femmine di basso rango sono bersaglio di snaking ( generalmente comportamento dei maschi) e di allontanamento da parte di queste stesse femmine leader ( Rubstein 1981 ). Le cavalle in gruppi famigliari normali (non territoriali) contribuiscono alla coesione del branco semplicemente rispondendo ai richiami sonori dello stallone.
3. I giovani del gruppo famigliare
I giovani producono una frequenza irrisoria di comportamenti aggressivi e mostrano per la maggior parte del tempo atteggiamenti non agonistici. Quindi sono soggetti alla coesione del gruppo in maniera passiva.
Uno dei comportamenti più comuni dei giovani è giocare. Un attività essenziale per imparare come interagire con gli altri e stabilire rapporti di amicizia ( McDonnell & Poulin, 2002 ). Il gioco non ha relazioni con il rango.