Cura del corpo : grooming

Dott.ssa Paola Lovrovich (Etologa)

Mutual grooming o allogrooming

Il mutual grooming permette di raggiungere aree che sfuggono al self-grooming e facilita gli scambi odorosi. Oltre a migliorare le condizione del mantello, i comportamenti di grooming reciproco sono molto importanti perché contribuiscono a rinforzare le alleanze. Sembra che la vicinanza fisica, indotta dal legame, sia uno degli stimoli che induce alla cura reciproca del corpo. Il mutual grooming praticato su aree particolari, come criniera e garrese, riduce sensibilmente il battito cardiaco provocando una sensazione piacevole ( Feh, 1993 ).

Il mutual grooming è praticato dai puledri fin dalla prima settimana di vita, ma è durante il secondo e il terzo mese che si registrano le frequenze più alte. In questo periodo i puledri possiedono un’elevata spinta motivazionale per la continua ricerca di contatto fisico con altri individui. All’inizio  il compagno di mutual grooming per i puledri sono le madri, che spesso sono state viste abbandonare il groooming con un altro individuo se stimolate dal proprio puledro ( Tyler, 1972). Sebbene alcuni adulti non mostrino mai questo tipo di comportamento, la maggior parte invece lo pratica regolarmente. Questo comportamento avviene con frequenze particolarmente alte tra individui che possiedono un legame stabile. Gli individui possono passare anche tre minuti consecutivi nella cura corporea reciproca. Sembra che le femmine, indifferentemente dall’età che possiedono, compiano molti più comportamenti di cura reciproca di quanto facciano i maschi. In ogni caso anche i maschi conducono questo tipo di comportamento e nei gruppi di scapoli avviene regolarmente tra stalloni adulti ( Feh,1999 ).

In genere il mutual grooming inizia dall’attaccatura craniale del collo e procede verso il garrese, dopodichè passa alla spalla e può dilungarsi sul lato del corpo fino alla coda (Fig.4). Non di rado passano da un lato all’altro per prendersi cura dell’intero manto del compagno.

I giovani possono compiere questo comportamento anche trascurando i legami, cosa che accade difficilmente tra gli adulti che scambiano cure reciproche solo all’interno di alleanze. Come già accennato nel paragrafo riguardante i rapporti sociali, il comportamento di mutual grooming oltre a dipendere dai legami stabili è anche influenzato dal rango degli individui. I cavalli che possiedono un rango basso sono quelli con un tasso di mutual grooming più alto e sono quelli che più spesso approcciano gli altri. Questi dati concordano con l’idea che tali comportamenti abbiano un ruolo essenziale ai fini della riappacificazione e sottomissione. Inoltre si è verificato che sono gli individui di alto livello, che allontanandosi, fanno si che la reciproca cura si concluda ( Tyler, 1972).

Questi comportamenti sono soggetti a variazioni stagionali, si notano in particolare frequenze molto alte in coincidenza della caduta del pelo invernale ( Tyler, 1972).

Cavalli isolati per molti mesi, quando vengono reintrodotti nel gruppo mostrano una frequenza decisamente elevata. Dando prova che se privati della possibilità di eseguire questi comportamenti, la loro motivazione cresce nel tempo ( Christensen et al., 2002a ).

 

 Self grooming

Ogni cavallo spende molte energie per garantirsi il benessere del corpo. L’auto grooming comprende tutta una serie di comportamenti atti a curare il corpo. Alcuni implicano l’uso di oggetti dell’ambiente come superfici per grattarsi, molti coinvolgono movimenti in cui il cavallo si gratta usando parti del suo stesso corpo. Ad esempio possono grattarsi con i denti dal fianco fino ai posteriori, sfregare orecchie e muso sugli arti anteriori, oppure utilizzare gli zoccoli posteriori per grattare diverse parti della testa.  I puledri possiedono un’alta frequenza di auto grooming , in media 12,3 volte all’ora, probabilmente perché possiedono una flessibilità notevole che perdono crescendo. Alcune manovre infatti richiedono un’elevata elasticità muscolare. Gli adulti divengono più rigidi e meno capaci di effettuare l’auto grooming e mostrano una frequenza decisamente ridotta, 1,2-2,2 volte per ora. Gli adulti compensano questa riduzione con una maggiore frequenza di rotolamento ( Crowell-Devis, 1987).

Anche il self come il mutual-grooming varia con la stagione a causa della crescita e della perdita del pelo.

Diversi comportamenti caratterizzano il self grooming:

-Lo scuotimento

Questo comportamento viene eseguito spesso quando si rialzano dal rotolamento o dal riposo a terra. Coinvolge la contrazione coordinata dei muscoli sottopelle che vanno dalla testa alla coda. Questi provocano la vibrazione della pelle su tutto il corpo. Lo schema comportamentale prevede che i cavalli abbassino il collo prima di effettuare lo scuotimento e che posizionino gli anteriori più aperti rispetto al normale. Il coinvolgimento del collo e della testa è variabile. Sia le femmine che i maschi producono questo comportamento dopo aver urinato. Oscillare la testa e scuotere la criniera  è molto utile per cacciare gli insetti pungitori.

-Sfregamento

Questo comportamento include sia lo sfregamento contro oggetti ambientali che il grattare il muso sugli anteriori. Gli oggetti servono a raggiungere le natiche e i posteriori, che per mancata elasticità, i cavalli non riescono a raggiungere in altro modo. Un comportamento osservato molto raramente è l’utilizzo di piccoli cespugli per grattarsi la pancia. Alcuni cavalli scavalcano piccoli arbusti e cespugli per poi muoversi avanti e in dietro (McGreevy, 2004 ).

Le femmine in alcuni casi grattano le natiche e la vulva contro degli oggetti, in quello che viene considerato una sorta di masturbazione ( Tyler, 1972 ).

I cavalli sono in grado di flettersi verso la coda e di grattarsi con i posteriori dietro l’orecchio e sul muso. Un comportamento comune nei puledri che in genere viene perso crescendo ( Crowell-Davis, 1987 ). E’ più spesso conservato tra gli adulti nelle razze di pony piuttosto che negli altri cavalli.

I denti rimangono lo strumento maggiormente adoperato per il self grooming. I cavalli usano i denti per la cura del corpo sia per sfregarli sul mantello che per darsi piccoli morsi. Le aree maggiormente curate con questo metodo sono i fianchi, le reni, arti anteriori e posteriori. Le medesime zone vengono pulite anche con la lingua.

 

 Rotolamento

Questo comportamento è utilizzato dagli equidi sia per curare il mantello che per eliminare il prurito dovuto a punture di insetti.

Il suolo preferito dai cavalli per rotolarsi è la sabbia. In ogni caso preferiscono un suolo asciutto  in spazi aperti, raramente scelgono il fango.

La maggior parte dei rotolamenti viene compiuta dove un altro cavallo si è gia rotolato. Si crede che sia un modo per scambiare gli odori tra gli individui. Il fatto che i cavalli, in particolare le femmine , annusino insistentemente il terreno prima di rotolarsi supporta questa tesi ( Saslow, 2002 ).

Il collo e la testa aiutano il cavallo a spingersi e a bilanciarsi mentre si rotola. In maniera simile, la flessione laterale della colonna vertebrale e l’azione di battere i posteriori, sembrano aiutare il cavallo per bilanciarsi sulla linea dorsale. I cavalli si rotolano diverse volte sia da un lato che dall’altro, ma per rialzarsi ritornano sempre sul lato su cui si erano distesi ( McGreevy, 2004 ).

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