Dott.ssa Paola Lovrovich (Etologa)
La teoria dello sfruttamento sensoriale ci dice che una data capacità sensoriale che aveva una determinata funzione, possa nel corso dell’evoluzione acquisirne una nuova (Alcock J., 2001;pag 170).
Come abbiamo visto nel precedente capitolo, la complessità sociale del cavallo è notevole. L’apparato sensoriale e le capacità cognitive atte alla comprensione dei segnali sociali intraspecifici (cavallo_cavallo) potrebbero durante l’evoluzione aver assunto il ruolo di comprensione dei segnali interspecifici (cavallo_uomo).
Bisogna tener conto che l’evoluzione del cavallo è stata fortemente guidata e influenzata dall’allevamento.
Un cavallo che comprende in maniera più efficiente i segnali vocali e fisici emessi dall’uomo potrebbe essere stato preferito nell’allevamento a quelli meno abili, ottenendo in questa maniera cavalli che “imparano più velocemente”. L’uomo ha allevato anche il cane, specialmente le razze da lavoro, proprio spingendo sulle caratteristiche di comprensione dei segnali interspecifici(cane_uomo).
In sostanza si potrebbe dire che luomo ha plasmato il cavallo per renderlo più “abile nella comunicazione”.
Molto famoso è il caso del cavallo Hans del barone Wilhelm Von Hosten (1800). Il barone dopo un lungo periodo di addestramento aveva ottenuto, secondo la sua opinione, un cavallo capace di contare e fare conti matematici anche molto complessi. Dopo il grande successo ottenuto in tutta la Germania , il Ministero dell’Educazione Tedesco si interessò al caso. Dopo diverse prove apparve però evidente che il cavallo non aveva imparato a fare le radici quadrate e altri complicati conti, bensì a leggere i minimi segnali che (anche involontariamente) l’interlocutore umano inviava a Hans. Il cavallo rispondeva battendo lo zoccolo sul terreno e si fermava solo nel momento in cui percepiva nell’interlocutore umano una variazione dei segnali emessi (orientamento del corpo, rilassamento facciale, direzione dello sguardo, cambiamento del ritmo respiratorio, ecc). Questo caso è un esempio di apprendimento associativo e cognitivo. (Baragli P., 2009; pag 109-115) Ma è anche un esempio di notevole capacità del cavallo Hans di leggere quei segnali impercettibili che involontariamente gli interlocutori gli inviavano.
Il passaggio di segnali da un individuo ad un altro, passaggio che ha la conseguenza di modificare il comportamento di chi riceve questi segnali, è definito comunicazione.
Sarebbe più opportuno parlare di stimoli invece che di segnali. Lo stimolo è ogni apprezzabile variazione dell’ambiente che circonda un animale e che provochi una risposta, cioè che inneschi un comportamento conseguente. Per cui una qualsiasi azione che l’uomo compie attorno al cavallo può assumere il valore di stimolo (uno sguardo,un gesto, un movimento), cioè può determinare una variazione del comportamento e di conseguenza rappresenta una possibile forma di comunicazione (Baragli P., 2009; pag 23-25).