Assegno di vedovanza: ecco chi può richiederlo e come

Oggi giorno, la morte di un coniuge rappresenta come sempre è avvenuto in ogni tempo, una tragedia senza fine perché segna nell’animo una perdita che risulta insanabile dal punto di vista emotiva e sentimentale; ma quello che spesso succede è registrare una profonda perdita a livello economico, indispensabile per fronteggiare le spese quotidiane anche le più banali.

All’evento doloroso, dunque, si somma una difficoltà oggettiva, quella che non permette di poter sopperire a una mancanza di denaro utile per avere una vita dignitosa, e di fronte alla quale è chiaro che bisogna trovare delle soluzioni, anche solo semplicemente perché è un diritto importante quello di avere un aiuto economico.

Si tratta dell’assegno di vedovanza, destinato ai vedovi e alle vedove con pensione di reversibilità e riconosciuti in questo caso invalidi al 100%. Cerchiamo quindi di capire chi può richiederlo e cosa serve per ottenere questo introito economico in modo tale da non incorrere in difficoltà, specie avendo a che fare con l’INPS.

Cos’è l’assegno di vedovanza?

E’ un aiuto economico che viene dato a un vedovo o una vedova, che deve essere un lavoratore del settore privato o del settore pubblico, che ha già avuto diritto alla pensione di reversibilità e che presenta anche un’invalidità al 100%, riconosciuta medicalmente per cui risulta anche inabile al lavoro.

Ovviamente la domanda dà anche diritto al pagamento degli arretrati, qualora venga accolta molto tardi rispetto alla domanda di richiesta, ma non vengono attribuiti oltre i 5 anni di arretrati. Un dato che comunque risulta essere particolarmente importante alla luce del fatto che si tratta di un’entrata economica importante e indispensabile. Ma c’è di più.

Purtroppo di questo assegno non ne conoscono l’esistenza tutti. Per cui spesso capita che il vedovo o la vedova che ne hanno diritto lo vengano a sapere con molto ritardo, oppure potrebbe anche succedere che non ne vengano mai a conoscenza, un dettaglio questo che chiaramente li priva di una fonte economica molto importante.

Chi può richiedere questo assegno?

L’assegno di vedovanza è un introito economico che va comunque richiesto, e la domanda di sottoscrizione può essere richiesta tuttavia se si rispettano alcuni importanti requisiti, che sono nello specifico tre e risultano essere indispensabili per accedere a questo beneficio economico, che risulta oltre che utile, anche legittimo, perché spetta alle persone richiedenti in questione.

Intanto è necessario che il defunto deve essere un pensionato del settore privato, cioè durante la sua carriera lavorativa deve avere versato i suoi contributi nel settore privato, potendo godere quindi della pensione. Se il defunto è un lavoratore autonomo, l’assegno non spetta. Inoltre, considera che un requisito è la pensione di reversibilità.

Il motivo per cui la pensione di reversibilità è così importante è piuttosto semplice: perché vuol dire avere già diritto a una serie di diritti attestati proprio dalla reversibilità. E il terzo requisito è ben comprensibilmente utile, perché rappresenta uno sbarramento per il diritto di assegnazione di questo aiuto economico: bisogna essere invalidi al 100%, quindi inabili a svolgere qualsiasi tipo di lavoro oppure essere titolare di indennità di accompagnamento.

Come fare la domanda

Per presentare la domanda per ottenere l’assegno di vedovanza è necessario presentare la domanda all’INPS, e lo puoi fare in tre modi che tornano sicuramente utili un po’ a tutti quanti. Puoi servirti sicuramente del servizio online, andando direttamente sul sito dell’INPS, accedendo con SPID; puoi inoltre contattare il call center; oppure puoi rivolgerti a un patronato o a un CAF.

Tutto quello che occorre è relativo alla documentazione che è certamente già in tuo possesso essendo dovuto che debba rendere noto la tua situazione personale. Per cui servirà la carta di identità e il codice fiscale, il certificato di invalidità civile al 100% o un documento che attesti che hai l’indennità di accompagnamento; tutta la documentazione relativamente alla pensione di reversibilità; e l’ultima dichiarazione dei redditi o DSU per determinare l’importo spettante.

Una volta che avrai presentato tutti questi documenti, dovrai attendere la risposta dell’Ente creditore, e capire anche a quanto ammonterà il tuo assegno di vedovanza. Bisogna però valutare alcuni dettagli che riguardano quelli che sono gli importi inerenti al 2024, e che molto probabilmente potrebbero cambiare con il nuovo anno, ovvero con il 2025.

Quali sono gli importi da seguire

Tutto quello che ti interessa sapere sono gli importi relativi all’anno 2024 al momento e prevedono: 52,91 euro al mese per chi ha un reddito annuo fino ai 27mila euro; mentre si scende a meno di 20 euro per tutti gli importi superiori a questa soglia limite, che ovviamente non viene garantita.

Abbiamo anche detto che qualora tu ne fossi venuto a conoscenza a distanza dalla morte del coniuge avresti diritto a un assegno che prevede il pagamento degli arretrati fino a 5 anni; quindi se la morte è avvenuta molto prima, quegli anni in più non ti verranno risarciti, se non rientrano nei 5 anni prestabiliti.

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