Purtroppo non sempre si considera il principio fisico per cui
tutto ciò che è fino fà più male di ciò che è grosso e largo!
Infatti la così detta capezza classica è composta da strisce di tessuto che distribuiscono
le pressioni esercitate sul muso!
Mentre la capezza di corda concentra (essendo sottile) le pressioni lungo punti piuttosto determinati.
Non credetemi sulla parola, provate! Inserite un solo dito come da foto qui sotto e guardate quale è più dolorosa!
Tirate la longhina ugualmente in entrambi i casi… provare provare!
Si ma la capezza di corda è fatta in questo modo per il preciso motivo che rappresenta un grande aiuto per gestire il cavallo.
Per quanto riguarda il dolore che provoca vale il discorso dell’imboccatura: è la mano di chi conduce a fare la differenza non lo strumento in se.
Quindi piuttosto che disquisire sul dolore che provoca la capezza, bisogna parlare di horsemanship anche e solo nella semplice conduzione di un cavallo a mano, cosa che viene fatta sistematicamente in modo sbagliato.
Per non parlare dell’ignoranza dei più semplici e banali istinti comportamentali come la tigmotassi, detta anche istinto di opposizione, fonte di enormi errori.
Il mio post essenzialmente vuole informare sugli effetti
di due differenti strumenti.
Per poter utilizzare, in maniera corretta, uno strumento tecnico è
necessario conoscere esattamente “che cosa fà”!
Purtroppo alcune volte la capezza di corda viene vista come naturale in senso distorto,
come se fosse meno fastidiosa, e proprio per questo usata in modo meno attento.
Sono assolutamente in accordo che lo strumento agisce in base alla sensibilità di chi lo usa.
Dal mio punto di vista assolutamente personale, preferisco parlare di sensibilità
applicabile a qualsiasi corrente di pensiero (horsemanship in questo momento indica una corrente di pensiero ben specifica).
Sulla tigmotassi aprirò un post con cui approfondiremo l’argomento perchè necesita dei suoi spazi.