1. ABITUAZIONE anche detta DESENSIBILIZZAZIONE
L’abituazione è un forma di apprendimento nella quale si assiste ad una diminuzione dell’intensità di una risposta dopo la ripetuta presentazione di uno stimolo che inizialmente dava luogo a quella risposta
Coinvolge comportamenti e risposte fisiologiche del sistema nervoso autonomo (fuga, soprassalto, orientamento,aumento della frequenza cardiaca e respiratoria)
L’abituazione è da considerarsi stimolo specifica, l’abituazione ad un determinato rumore non implica necessariamente l’abituazione a tutti i rumori di quel genere.
Questo tipo di apprendimento è indispensabile per sopravvivere. Utilizzare energia per fuggire da uno stimolo che, anche dopo molti incontri, non si è rilevato pericoloso diviene uno spreco di energie. Ad esempio abituarsi al rumore delle foglie che strusciano è decisamente conveniente.
Utilizzo energia per scappare dal rumore delle foglie => dispendio di energie
Verifico dopo diverse volte che le foglie non mi mangiano => non scappo => risparmio di energia
2. SENSIBILIZAZIONE
Aumento dell’intensità di una risposta/comportamento dovuta alla ripetuta presentazione di uno stimolo.
Si verifica soprattutto in condizioni di stress e minaccia, oppure quando all’animale viene impedita la fuga e il tempo di elaborazione delle informazioni.
Sebbene lo stimolo si ripeta nel tempo, l’animale non riesce a valutarne la reale pericolosità.
Quindi non riuscendo a capire che non è pericoloso rimane conveniente fuggire. Ma non solo, diviene conveniente fuggirne sempre più velocemente per ridurre l’esposizione allo stimolo.
3. Come facciamo a prevedere se il cavallo si sta’ abituando o si sta’ sensibilizzando? E come comportarsi?
Osservando le reazioni dell’animale alla presenza ripetuta e di intensità costante dello stimolo ( es lo stesso rumore con volume costante):
– se il cavallo diminuisce la reazione di fuga si stà abituando. Quando siamo certi che il cavallo non reagisce più a quello stimolo, possiamo aumentare leggermente l’intensità. Attenzione che se il cavallo non è abituato allo stimolo e noi ne aumentiamo l’intensità cadremo nella sensibilizzazione.
– Se il cavallo aumenta la reazione di fuga si stà sensibilizzando. In questo caso diminuiamo l’intensità dello stimolo (facciamo un passo indietro). Quando siamo certi che il cavallo non reagisce più a quello stimolo, possiamo aumentare leggermente l’intensità.
Cara collega, vorrei metterti a parte di una mia riflessione nata dalla rilettura degli scritti dell’etologo australiano Andrew McLean che spiega in maniera direi esaustiva il significato del termine “desensibilizzare” applicato ai cavalli. Orbene secondo il McLean il cavallo si “desensibilizza” alle richieste del cavaliere (aiuti) quando questi sono confusi o contraddittori o incomprensibili e dopo una fase di protesta o opposizione entra in uno stato di apatia descritto anche come “learned helplessness”. Stante questa definzione peraltro coerente e condivisibile che evidenzia una risposta di chiusura all’interazione con l’uomo, ritengo sia fuorviante usare lo stesso lemma per definire un fenomeno cognitivo ovvero un processo di apprendimento. Oggi come oggi si parla di desensibilizzare il cavallo ma in realtà, ritengo di tratti di un processo di familiarizzazione/apprendimento che è ben distante dal divenire insensibili a uno stimolo. Certo possiamo disquisire sul fatto che pure la learned helplessness come suggerisce il termine stesso sia un processo di apprendimento, tuttavia in una ottica più generale, sarebbe preferibile indurre nelle persone di cavalli l’idea che il cavallo stia conoscendo il suo ambiente piuttosto che si stia desensibilizzando ad esso.
Cordialmente
Dott. Thomas Abbondi – biologo
Buon giorno,
credo che cambiare i nomi rispetto a quelli di uso comune nel mondo equestre distolga l’attenzione e sembri ” voler imporre un nuovo metodo come ne nascono ogni momento”! La nostra però è una scienza e anche la parola etologia purtroppo nell’ uso comune ha preso significati non coerenti con la sue natura. Quindi preferisco, una volta colta l’attenzione dell’interlocutore, prima spiegare i processi di apprendimento e poi rifinirne le differenze. Pongo sempre l’attenzione sul fatto che ad uno stimolo il cavallo debba dare un significato oppure debba decidere che esso non sia “significativo” come accade per l’azione della gamba non coerente. Se la maggior parte delle volte rispondere allo stimolo gamba sia vantaggioso, manterrà il significato, altrimenti perderà il significato (apprendimento: stimolo – risposta – premio). Mentre per oggetti che fanno parte dell’ambiente a cui è necessario dare un valore tra pericoloso, indifferente o vantaggioso è come dice lei più una conoscenza ambientale come descritta sopra è desensibilizzazione (teloni, ombrelli, ecc).